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Scorel, Jan van.

Pittore olandese. Dopo un lungo tirocinio ad Alkmaar, Amsterdam e Utrecht, nel 1519 cominciò per S. una lunga serie di soggiorni all'estero che lo portarono a Strasburgo, Basilea, Norimberga, dove conobbe Dürer, e in Carinzia, dove eseguì la sua prima opera nota: il trittico di Obervellach per i Frangipane e i Wellenburg, con i Santi, la Flagellazione e la Salita al Calvario; in esso traspaiono visibilmente le fonti della prima educazione olandese, anche se è innegabile l'influsso di Dürer, specie nel realismo degli sfondi e nella penetrazione fisico-morale dei personaggi. Nel 1520 S. si trasferì a Venezia; da qui partì per un pellegrinaggio in Terra Santa, da cui fece ritorno nel 1521. Dal suo contatto con l'ambiente artistico veneto nacquero la Visitazione (L'vov, Galleria nazionale), le Stimmate di san Francesco (Firenze, Galleria palatina) e il Tobia e l'angelo (Düsseldorf, Kunstmuseum). Nel 1522 andò a Roma, dove conobbe le opere di Michelangelo e Raffaello e si guadagnò la protezione del papa Adriano IV che lo nominò conservatore del Belvedere (carica ricoperta in precedenza da Raffaello), nonché maestro di pittura in Vaticano. Appartengono a questo periodo romano: due o forse tre ritratti del pontefice, la Cleopatra morente e un gruppo di ritratti la cui attribuzione risulta tuttavia problematica (l'Uomo, 1521, Parigi, Louvre; il Gentiluomo veneziano, Stoccarda, Staatsgalerie; il Ritratto d'uomo, Museo di Padova; il Ritratto di giovane, 1523-24, Roma, Galleria Spada). Alla morte di Adriano IV (1524), S. fece ritorno a Utrecht, dove si trattenne a lungo e ottenne la carica di canonico del capitolo di Santa Maria. Tra le opere più pregevoli di questi anni si ricordano: il ritratto del protettore, canonico Herman van Lochorst (Westfalia, Herdringer Schloss); il trittico van Lochorst (1525-27, Utrecht, Museo centrale). Tra il 1525 e il 1528 S. si trasferì ad Haarlem, dove dipinse 12 membri della compagnia locale del Santo Sepolcro, un'opera che inaugurò la fortuna del ritratto collettivo fiammingo e olandese. Appartengono al periodo haarlemiano: la Crocifissione (1527, Detroit, Istituto d'arte); la Betsabea (Amsterdam, Rijksmuseum); il Battesimo di Cristo (Haarlem, Frans Hals Museum); la Maddalena (1529, Amsterdam, Rijksmuseum); il Ritratto d'uomo (1529, Amsterdam, Rijksmuseum); il Ritratto di scolaro (1531, Rotterdam, Museo Boymans). Ai brevi soggiorni a Breda e a Malines (1532), in Fiandra, risalgono il ritratto del poeta Johannes Secundus e il ritratto di un cavaliere gerosolimitano. Degni di nota sono inoltre il busto di San Paolo (Haarlem, Museo episcopale), concepito come ritratto; i Magi (Museo di Bonn); un ennesimo gruppo di nove confratelli del Santo Sepolcro (Utrecht, Museo centrale). Risalgono al periodo compreso fra il 1535 e il 1542 il Compianto (Utrecht, Museo centrale); il ritratto dell'anabattista David Joris (Basilea, Kunstmuseum); il Samaritano (Amsterdam, Rijksmuseum); il trittico del Ritrovamento della croce (College der Ned. Herv. Gemeente, Breda); diversi polittici per chiese e città dell'Olanda e della Fiandra, che andarono distrutti; il ritratto di cinque confratelli del Santo Sepolcro di Utrecht (Museo centrale, Utrecht). L'ultima opera di S. fu il trittico commemorativo eseguito in onore della famiglia van der Stijpen (1550, Birmingham, City Museum) (Schoorl, Alkmaar 1495 - Utrecht 1562).